GRUPPI ETNICI NELLA PROVINCIA DI CHIANG RAI

AKHA
Popolazione totale: 449,261 (47,779 nella provincia di Chiang Rai)
Regioni con maggiori presenze: Myanmar, Cina, Laos, Tailandia
Lingua: Akha, Lao, Thai
Religione: Animista, Cristiana, Buddista

Gli Akha sono un gruppo etnico proveniente dalla Cina (Yunnan) e dal Tibet. La maggioranza degli Akha vivono ora in piccoli villaggi di montagna in Cina, in Laos (dove vengono chiamati Lao Sung), in Myanmar e nel nord della Tailandia (dove rappresentano una delle sei maggiori tribu’ di montagna).
La migrazione degli Akha verso la Tailandia comincio’ agli inizi del ventesimo secolo e continua tutt’oggi con circa 80.000 presenze nella province settentrionali di Chiang Rai e Chiang Mai.
Parlano Akha, una lingua della famiglia Tibeto-Birmana, molto simile alla lingua Lisu e Lahu in quanto tutte e tre appartenevano un tempo alla tribu’ dei cacciatori Lolo che nel diciassettesimo secolo governava le pianure di Paoshan e Teinchung fino alla invasione della Dinastia dei Ming (A.D.1644) nello Yunnan.

CULTURA E STILE DI VITA

Generalmente gli Akha vivono in case di bambu’ erette su basse piattaforme di legno in zone collinose. Queste capanne sono divise per sesso: un lato e’ per le donne e l’altro lato, occupato dai maschi, e’ usato come area pubblica.
Gli Akha usano spesso una forma distruttiva di agricultura chiamata taglia e brucia che puo’ portare all’eleminazione degli alberi piu’ antichi, di specie di animali native e all’impoverimento del suolo.
Sono contadini esperti che si concentrano sulle coltivazioni di riso, mais e soia che vengono piantati a rotazione stagionale e sono anche cacciatori efficienti le cui prede talvolta includono specie in via di estinzione.

Gli Akha danno particolare importanza alla genealogia, la storia della famiglia a cui si appartiene viene studiata sin da bambini.
La religione Akha puo’ essere definita animista in quanto credono in un mondo pieno di spiriti buoni e cattivi che hanno il potere di intervenire sulla vita dell’uomo la quale ha un ciclo naturale che, se interrotto, puo’ portare a malattie, sfortuna o addirittura morte.

DIRITTI UMANI ED ALTRI PROBLEMI

Gli Akha hanno affrontato molti problemi riguardanti I diritti umani e la giustizia, particolarmante in paesi nazionalisti come Cina e Tailandia in quanto le zone collinari in cui abitano sono adatte alla produzione di legname.
Un altro motivo di controversia e’ la tecnica taglia e brucia che gli Akha usano in agricoltura e allevamento danneggiando le foreste nazionali e l’ecosistema nativo.
Molti bambini vengono venduti dalle famiglie ed introdotti nel giro della prostituzione infantile o mandati a lavorare nelle citta’; le conseguenze di questi atteggiamenti hanno portato alla “perdita di una generazione” ed alla conseguente erosione della cultura Akha.
I portavoce di molti villaggi Akha in Tailandia denunciano tra l’altro un trattamento ingiusto da parte del governo: la copertura medica viene loro rifiutata cosi’ come l’emissione di documenti d’identita’ in quanto immigrati.


LAHU
Popolazione totale: 711,500 (40,916 nella provincia di Chiang Rai)
Regioni con maggiori presenze: Cina, Myanmar, Vietnam, Tailandia, Laos
Lingua: Lahu
Religione: Animista, Buddista, Cristiana

I Lahu formano uno dei 56 gruppi etnici ufficialmente riconosciuti dalla Repubblica Popolare Cinese con 450,000 presenze nella provincia dello Yunnan. Circa 150,000 vivono in Myanmar, 1,500 in Vietnam (provincia di Lai Chau), 10,000 in Laos ed in Tailandia rappresentano una delle sei maggiori tribu’ di montagna con 100,000 presenze. I Thai si riferiscono ai Lahu con il termine Muser che significa cacciatore.

CULTURA E STILE DI VITA
I Lahu si dividono a loro volta in cinque gruppi: Lahu Na e Lahu Shehleh (neri), Lahu Nyi (rossi), Lahu Hpu (bianchi) e Lahu Shi (gialli). Ogni gruppo ha un nome di un colore che si riferisce al colore del vestito tradizionale.
La loro lingua (Lahu), della famiglia Lolo-Birmana, sottogruppo dalla famiglia Tibeto-Birmana, e’ semplice e si basa sulla regola grammaticale soggetto-oggetto-verbo e classificatori. La lingua Lahu Na, morbida e tonale, viene usata come lingua franca tra i vari gruppi.
Nei villaggi convertiti al Cristianesimo la lingua e’ stata arricchita da vocaboli inglesi, latini e greci.

Cosi’ come gli Akha, I Lahu vivono in zone collinose del nord della Tailandia (province di Chiang Mai e Chiang Rai)
La societa’ dei Lahu e’ matriarcale e si basa sul concetto di famiglia estesa.
Il Buddismo e’ stato introdotto tra i Lahu nel diciassettesimo secolo.
Molti di loro sono stati convertiti nel diciannovesimo secolo al Cristianesimo che hanno peraltro adattato alla loro originale religione animista politeista, pertanto credono in un essere supremo e a tanti spiriti minori.

LISU
Popolazione totale: 1,200,000 (9,901 nella provincia di Chiang Rai)
Regioni con maggiori presenze: Cina (Yunnan, Sichuan), Tailandia, Myanmar, India
Lingua: Lisu
Religione: Cristiana, Sciamanica, Buddista, venerazione degli antenati

I Lisu sono un grupo etnico di origine Tibeto-Birmana che abita le regioni montane del Myanmar, del Sud-Est della Cina, della Tailandia e lo stao Indiano dell’Arunachal Pradesh.
Circa 730,000 vivono nella provincia dello Yunnan (Cina) dove rappresentano uno dei 56 gruppi etnici ufficialmente riconosciuti dalla Repubblica Popolare Cinese.
In Myanmar, i Lisu fanno parte delle minoranze etniche Kachin con una popolazione di 350,000 unita’ divise tra gli stati Kachin e Shan.
55,000 sono i Lisu in Tailandia che occupano principalmente le zone montane piu’ remote.

CULTURA E STILE DI VITA

La tribu’ dei Lisu e’ formata da oltre 58 clan diversi che a loro volta si dividono in famiglie ognuna con il proprio nome e cognome. Le famiglie piu’ grandi e piu’ importanti sono: Laemae pha, Bya pha, Thorne pha, Ngwa Pha, Naw pha, Seu pha, Khaw pha e Gwa pha. La maggior parte dei nomi delle famiglie deriva dai lavori che svolgevano nel remoto passato, altre hanno acquisito nomi Cinesi.
I villaggi sorgono solitamente vicino a corsi d’acqua per avere facile accesso alle risorse idriche, le abitazioni sono costruite a livello del suolo ed hanno pavimenti in terra battuta e pareti di bambu’.
I Lisu sono coltivatori di riso, frutta e vegetali malgrado le regioni remote ed ecologicamente fragili in cui vivono non permettano un facile sviluppo dell’agricoltura, pertanto la loro sopravvivenza dipende anche dal commercio.
Con l’introduzione dell’oppio agli inizi del diciannovesimo secolo, molti clan Lisu incrementarono la propria stabilita’ economica fino ai tempi piu’ recenti quando, in Cina e Tailandia, la produzione di oppio venne interdetta.
Tuttavia pochi di loro erano dipendenti dall’oppio e dall’eroina che ne deriva in quanto queste sostanze venivano perlopiu’ usate come medicine dagli anziani per alleviare i dolori provocati dell’artrite.
I Lisu praticano una religione di tipo animista ed adorano gli antenati, la figura piu’ imporatante e’ lo sciamano. Ogni villaggio ha un luogo sacro dove lo spirito del cielo ed altri spiriti importanti ricevono offerte e richieste di propiziazione.
Dietro ad ogni abitazione viene eretto un altare per venerare gli antenati.
Agli inizi del ventesimo secolo, molti Lisu in Cina e Myanmar vennero convertiti al Cristianesimo ed oggi sono circa 450,000 i Lisu cristiani in queste regioni; in Taliandia invece la maggior parte di loro non e’ stata toccata dall’influenza Cristiana.

KAREN
Popolazione totale: 7,400,000 (6,721 nella provincia di Chiang Rai)
Regioni con maggiori presenze: Myanmar, Tailandia
Lingua: Karen
Religione: Buddista, Cristiana, Animista

I Karen, che chiamano loro stessi Pwa Ka Nyaw Po, conosciuti in Tailandia anche col nome Kariang o Yang, rappresentano il 7% della popolazione del Myanmar con 7,000,000 di presenze.
In Tailandia i Karen sono la tribu’ piu’ numerosa con 400,000 unita’.
Gli antenati dei Karen arrivarono dal Tibet come rifugiati.
Hanno a lungo combattuto pe rottenere uno stato indipendente in Myanmar; negli anni ’80 il KNU (Karen National Union) contava oltre 20,000 unita’ ed accolse tra le proprie file i rivoltosi delle proteste pro-democratiche del 1988, questo porto’ ad un inasprimento dei rapporti con la giunta militare birmana che lancio’ numerose offensive contro i membri del KNU il quale, nel 2006, contava appena 4,000 soldati contro i 400,000 dell’esercito del Myanmar.
Molti Karen dovettero pertanto fuggire in Tailandia in qualita’ di rifugiati politici, i loro villaggi sorgono lungo buona parte del confine Thai-Myanmar nelle province di Humpang, Mae Hong Song, Chiang Mai e Chiang Rai e nelle province di Lampang, Tak e Phrae


CULTURA E STILE DI VITA

I Karen in Tailandia si dividono in quattro gruppi: Sgaw, Pwo, Kayah e Padaung (colli-lunghi).
La lingua Karen e’ di origine Tibeto-Birmana ed ogni gruppo ha un proprio dialetto che comunque non differisce molto l’uno dall’altro.
Sono rinomati per le loro abilita’ di ammaestrare gli elefanti (gli unici tra le tribu’ di montagna) e muoversi nella foresta; molti di loro sono ottime guide.
Tradizionalmente adoratori degli antenati, molti sono stati convertiti al Cristianesimo e al Buddismo.
I Padaung o colli-lunghi, sono poco piu’ di 500 sparsi su un vasto territorio, il loro stile di vita tradizionale non permette piu’ di sostenersi, pertanto alcuni di loro si sono adattati a vivere come attrazioni turistiche in zoo umani.
Gli anelli che alcune ragazze portano sono puramente ornamentali, tuttavia questa tradizione viene oggi perpetrata per scopi esclusivamente turistici.


MIEN (YAO)
Popolazione totale: 7,000,000 (16,000 nella provincia di Chiang Rai)
Regioni con maggiori presenze: Cina (Yunnan), Tailandia, Laos
Lingua: 70 dialetti della famiglia Miao-Yao-Pateng, Cinese dello Yunnan
Religione: Animista, Buddista, Cristiana

La maggioranza dei Mien, un gruppo etnico di origine Austro-Tibetana, vive nelle zone montane della provincia cinese dello Yunnan, si calcola che circa 6,000,000 vivano qui.
Arrivati in Tailandia circa centocinquanta anni fa, dopo la seconda guerra mondiale raggiunsero le 50,000 unita’, 16,000 nella provincia di Chiang Rai ed il resto diviso tra le province di Payao e Nan vicino al confine con il Laos.

CULTURA E STILE DI VITA

Le donne Mien indossano come copricapo un turbante nero che nasconde tutti i capelli e pantaloni larghi decorati con ricami elaborati ed uno scialle rosso sulle spalle.
Sono famosi tra le tribu’ di montagna per la produzione di intarsi su legno che rappresentano demoni.
La loro religione e’ unica ed unisce Animismo, Taoismo e venerazione degli antenati.Vivono solitamente ad altitudini inferiori rispetto ai Lisu e ai Hmong.


HMONG
Popolazione totale: 5,000,000 circa (25,460 nella provincia di Chiang Rai)
Regioni con maggiori presenze: Cina, Vietnam, Laos, U.S.A., Tailandia, Francia, Myanmar, Guiana Francese
Lingua: Hmong/Mong
Religione: Sciamanica, Buddista, Cristiana

Il termine Hmong e Mong si riferiscono entrambi ad un gruppo etnico delle regioni montane meridionali della Cina dove sono il sotto-gruppo piu’ numeroso della famiglia dei Miao.
Agli inizi del diciottesimo secolo, le tribu’ Hmong cominciarono una graduale migrazione di massa verso il Sud-Est asiatico per motivi economici e politici.
I Hmong sono pertanto presenti in paesi come il Nord del Vietnam, il Laos, la Tailandia ed il Myanmar.
In Laos, un numero significativo di Hmong combatte’ contro i comunisti nazionalisti Phatet Lao i quali, ottenuta la vittoria nel 1975, iniziarono a perseguire i Hmong.
Migliaia di loro fuggirono in Tailandia e in paesi occidentali (U.S.A., Francia, Guiana Francese e Canada) in qualita’ di rifugiati.

CULTURA E STILE DI VITA

Linguisticamente i Hmong appartengono al gruppo Sino-Tibetano ed hanno sviluppato diversi dialetti tribali.I due gruppi piu’ importanti sono I Hmong Der (Hmong Bianchi) e i Hmong Leng (Blu o Verdi).
Alcune tribu’ Hmong vivono ad alte quote (3,500 m. s.l.m) basando le propria agricoltura sulle piantagioni di te’.
La loro religione originaria e’ di tipo sciamanistico ed include l’adorazione di spiriti, demoni e fantasmi ancestrali.
Producono eccezionali indumenti ricamati minuziosamente e colorati in modo vivace.
Le donne dei Hmong Blu indossano gonne al ginocchio color indaco e giacche nere; le donne dei Hmong Bianchi indossano pantaloni neri con striscie blu.


GRUPPI ETNICI MINORI NELLA PROVINCIA DI CHIANG RAI

I sei gruppi etnici elencati sopra sono i piu’ numerosi nella provincia di Chiang Rai e rappresentano il 2% della popolazione tribale della Tailandia, tuttavia e’ doveroso citare anche le altre minoranze etniche presenti nella provincia.

Palong
Arrivati in Tailandia solo nel 1983 per sfuggire alla persecuzione del governo del Myanmar. Soprattutto Animisti e Buddisti nel 1997 erano circa 5,000.
Indossano maglie rosse e cinture argentate con ornamenti in bambu’ laccato.
Lingua di origine Mon-Khmer con diversi dialetti tribali.

Pa-O (Taugthu, Karen Neri)
La loro civilta’ venne distrutta nel 1057 d.C. dal re di Bagan ma sono ancora la seconda etnia piu’ numerosa dello stato Shan (Myanmar). Circa un migliaio, nel 1975, hanno cercato rifugio in Tailandia sfuggendo alle persecuzioni della giunta militare Birmana. La maggior parte di loro vive nella provincia di Mae Hong Son. Sono Buddisti e Animisti e coltivatori di riso a terrazzamenti.

Bisu
1,000 individui nella provincia di Chiang Rai appartengono alla famiglia Tibeto-Birmana. Le donne indossano turbanti bianchi. Producono ceste di bambu’ intrecciato nei villaggi di Ban Huai Champoo (Sud Est di Chiang Rai) e Ban Pui Kham (distretto Muang). Si cibano di carne di cane, funghi, frutta selvatica, erbe medicinale e vegetali. Sono Buddisti Animisti.

Mpi (Ma’pri o Kaw)
Da 200 anni presenti nel Nord della Tailandia arrivarono come prigionieri di guerra da Sipsongpanna. La maggior parte (circa 1,500) vive nelle province di Phrae e Nan.
Producono ceste di bambu’ intrecciato e scope.

Lawa
Popolo aborigeno nativo del Nord della Tailandia per la maggior e’ stato assimilato dai Thai. Lingua autoctona con caratteristiche Mon-Khmer. Possedevano un potente stato nella regione di Chiang mai nell’ottavo secolo d.C. ed erano minatori di ferro.
Sono Buddisti con credenze tradizionali.

Kha (Wa)
Due milioni nella provincia Cinese dello Yunnan ed in Myanmar, sono qualche migliaio in Tailandia arrivati dopo il 1973. Originariamente cacciatori di teste, poi comunisti al giorno d’oggi sono trafficanti di droga.
Sono pagani senza cultura per i quali l’adorazione dei teschi e’ ancora di importanza rilevante; cacciatori di teste fino alla seconda guerra mondiale, preferivano quelle degli stranieri in modo che lo spirito non fosse familiare al territorio per il quale doveva vagare. Dipendono ora dalla produzione e traffico di amfetamine.

Kamu (Khmu)
2,200 nella provincia di Chiang Rai (distratti di Wiang Kaen e Chiang Kong), centinaia di migliaia vivono in Laos e Vietnam. Arrivati in Tailandia circa 180 anni fa attratti dal bum del legno di Tek.

Htin (Chao Doi, Luah)
Presenti soprattutto al confine col Laos della provincia di Nan, sono circa 2.300 in quella di Chiang Rai. Molti di loro arrivarono nel 1975 dal Laos per sfuggire ai comunisti. Fisicamente sono bassi con pelle scura e naso lungo, sono i piu’ poveri tra le minoranze etniche in Tailandia. Producono e vendono sale e utensili di bambu’. Non hanno costumi particolari ne’ una forte identita’ tribale. Sono Buddisti Animisti.

Mrabri (Yumbri)
Scarsamente presenti nella provincia di Chiang Rai, venti famiglie (dai 140 ai 240 individui) abitano nelle province di Nan e Phrae e nei dintorni di Sanyaburi, Laos. Sono un popolo nomade di cacciatori che fino ai tempi piu’ recenti non conosceva l’uso dei vestiti. Sono aborigeni di tipo Proto-Mongoloide che discendono dai nativi preistorici. La loro lingua ha origini indipendenti tuttavia parole dalla lingua Mon e Khmer sono state adottate.
Vantano una vasta conoscienza di piante ed erbe medicinali ed usano flauti per comunicare a distanza nella foresta.
Al giorno d’oggi dipendono soprattutto da missionari cristiani e dalle comunita’ Hmong. Sono Animisti e praticano la magia.

Bamar
Di origine incerta, i Bamar sono l’etnia piu’ numerosa in Myanmar.
Fisicamente diversi dai Thai, sembra che abbiano ricevuto influenze genetiche dal sub-continente indiano.
Nella provincia di Chiang Rai sono numerosi nel distretto di Mae Sai al confine con la citta’ Birmana di Tachilek.

Cinesi
Numerosi in tutta la Tailandia, i Cinesi presenti nella Provincia di Chiang Rai sono i discendenti dei soldati del KMT (Kuo Min Tang) di Chiang Kai Shek che combattevano contro le armate comuniste di Mao Tze Tung.
Benche’ inseriti nella societa’ , tengono molto a mostrare le proprie origini per non essere scambiati per Thai.

BAGAN - Feb.'08









Giorni Birmani - George Orwell

Questo testo è il primo romanzo scritto da Orwell. Protagonista è il trentacinquenne John Flory, mercante angloindiano di legname che, insofferente ai codici di comportamento dei sahib bianchi e attratto dalla cultura orientale, si muove a cavallo tra due mondi senza riuscire a trovare una propria collocazione e, privo della forza morale necessaria per ribellarsi alla comunità bianca, rimane frustrato dagli inevitabili compromessi.

Identita' e Violenza - Sen Amartya K.



"Il mio primo contatto con l'omicidio avvenne all'età di undici anni. Era il 1944, nel corso degli scontri tra induisti e musulmani che hanno preceduto l'indipendenza indiana. Kader Mia era un musulmano, e per gli spietati criminali indù che lo avevano aggredito quella era l'unica identità importante. La violenza settaria oggi non è meno rozza. È una grossolana brutalità che poggia su una grande confusione concettuale riguardo alle identità degli individui, capace di trasformare esseri umani multidimensionali in creature a un'unica dimensione."

Off The Rails In Phnom Penh: Into The Dark Heart Of Guns, Girls And Ganja - Amit Gilboa

Phnom Penh e' una citta' bella e degradata, tranquilla e violenta, piena di tradizioni e trasformazioni; una citta' di templi e bordelli, musica e scontri a fuoco, festival e colpi di stato...ma per molti e' semplicemente un'anarchica celebrazione di pazzia. Dai bordelli da 2 dollari, alla pizza alla Ganja, dai colpi dei Kalashnikov alla brutalita' della politica Cambogiana, Phnom Penh non smette mai di stupire!

1984 - George Orwell

L'azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l'anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al vertice del potere politico in Oceania c'è il Grande Fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il Ministero della Verità, nel quale lavora il personaggio principale, Smith, ha il compito di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Smith comincia a condurre un'esistenza "sovversiva". Scritto nel 1949, il libro è considerato una delle più lucide rappresentazioni del totalitarismo.

LAONGLISH

-Luogo d'avvistamento: Vientiane, Laos
-Osservazioni: Il laotiano proprietario di questa palestra ha voluto regalarci una perla tra i tanti errori grammaticali che si trovano nelle insegne ed indicazioni del Sud-Est Asiatico.
La scritta dice: IF YOUR BODY ISN'T BECOMING TO YOU THEN YOU SHOULD BECOMING TO ME, che in italiano si puo' tradurre come SE IL TUO CORPO NON STA DIVENTANDO A TE ALLORA DOVRESTI DIVENTARE DA ME.

IL SORRISO PERDUTO

Non so dire per certo se sia mai esistito, fatto sta che al giorno d’oggi il famoso “sorriso tailandese” è molto raro, almeno nella sua forma cortese e gioviale.
La Tailandia è, come molti paesi asiatici, nazionalista, un nazionalismo basato spesso e volentieri sull’ignoranza e la propaganda (entrambe fontamentali per ottenere un riuscito orgoglio nazionale).
A partire dal Re Bumiphol, il quale fece uccidere il fratello per succedergli al trono, che viene considerato un dio vero e proprio e al quale vengono attribuite innumerevoli buone azioni in favore dei Thai e il cui faccione (peraltro non gradevole) è posto su altari e cornici dorate in ogni angolo della Tailandia, dando uno sguardo alle divise da parata militare disegnate per i professori (di scuole pubbliche, non di accademie militari) fino alle maledette magliette gialle (il colore della casa reale) che ogni tailandese possiede (specialmente a Bangkok, girando per la città, osservando tutti questi omini e donnine in giallo si ha un effetto formicaio e/o alveare), si capisce che i Thai, da bravi asiatici, gradiscono l’uniformita’, l’uguaglianza, ma non in senso umanistico bensi’ concepita come uguaglianza nell’apparire, nel comportamento, nell’avere.
A fomentare l’ignoranza è, prima di tutto, la scarsa istruzione; a scuola la geografia non viene insegnata: dov’è l’Italia?Dov’è l’Australia?E la Germania?Ai Thai non interessa quasi nulla di ciò che sta al di la’ dei propri confini e comunque un eventuale interesse viene appunto soffocato sul nascere dalle stesse scuole; i paesi confinanti, tutti, eccetto la Malesia, molto più poveri del regno di Bumiphol, vengono snobbati: i Lao sono degli ignoranti perchè non sanno parlare bene il Thai (la lingua Lao è simile al Thai, peraltro viene parlata nell’Isaan, il Nord-Est della Tailandia,la cui popolazione è in tutto e per tutto laotiana), i Khmer sono dei disgraziati e il loro paese pericoloso, così come lo e’ il Myanmar perchè c’è il governo militare (il Myanmar è in realtà molto più sicuro che la Tailandia) e la Malesia perchè ci sono i musulmani.
Quando poi si parla delle nazioni dell’occidente si entra in un buco nero nelle già grottesche conoscenze geografiche dei Thai: a parte il Sud-Est Asiatico, l’India, la Cina, la Corea ed il Giappone, tutto il resto, dalla Siberia alla Terra del Fuoco, da Capetown ad Anchorage, è “FALANG”.
A questo termine vengono ora attribuiti significati come “bianco” e “naso lungo”, la sua origine è invece abbastanza curiosa: i primi contatti che l’allora Regno del Siam ebbe con l’occidente furono con dei missionari cattolici francesi; in francese “francese” si dice “francais” ed i Thai, non pronunciando la “r” ed avendo un accento completamente diverso dalle lingue indo-europee ripetevano: “FALANGSET”, da qui il termine “FALANG”.
Da quel giorno, che tu venga dal Minnesota o dalla Corsica non ha grossa importanza: sei e sempre sarai indistingubilmente un falang.

Chiunque cominci a leggere una qualsivoglia guida turistica sulla Tailandia, sin dalle prime righe sarà incuriosito dal famoso e decantato sorriso Thai, addirittura alcuni autori si riferiranno al già Siam come “LA TERRA DEL SORRISO” ed il viaggiatore/turista, una volta giunto sul posto potrà constatare che... è tutto vero!
In effetti dal momento in cui ha poggiato piede in suolo tailandese tutti gli hanno rivolto un sorriso: le hostess han sorriso, il tassista ha sorriso, il pilota di tuk-tuk ha sorriso, le receptionist dell’hotel hanno sorriso,quella dell’agenzia viaggi ha sorriso, la venditrice di souvenir/magliette/oggetti inutili/Rolex e Ray Ban finti ha sorriso, le mignotte hanno sorriso, le massaggiatrici pure ed anche i poliziotti, quelli di buon umore, hanno sorriso; poi, il turista/viaggiatore più sveglio, dopo aver trascorso qualche settimana in Tailandia ed avendo acquisito piu’ esperienza, si accorgerà di essere stato preso in giro: l’hostess, le mignotte e le massaggiatrici sorridevano per lavoro, il pilota di tuk-tuk, quella dell’agenzia e la venditrice sorridevano perche’ avevano appena venduto merce ad un prezzo cinque volte piu’ alto di quello reale, i poliziotti (quelli di buon umore) pregustavano il momento in cui avrebbero beccato un altro straniero ubriaco per svuotargli il portafoglio.

Il “non perdere la faccia” è un’altro esempio di divario culturale/cerebrale tra oriente ed occidente: nelle suddette guide turistiche gli autori si raccomandano di non perdere il controllo in situazioni difficili, non alzare la voce e continuare a sorridere.
E’ indubbiamente un buon consiglio, valido in tutto il mondo, non solo in Asia, il problema sorge quando ci si rende conto che non si riesce mai ed in nessun modo a capire se la persona a cui stai parlando ti ascolta, ti prende in giro, ti considera solo in base alla capienza del tuo portafogli, ti ama, ti odia, ti detesta o ti ammira. Insomma non un problema da poco! Dopo mesi trascorsi in Tailandia si comincia a dubitare di tutti, soprattutto di chi ti ripete di essere tuo amico.
Tra falang, se qualcuno prova antipatia per qualcun altro, si tende a mantenere un comportamento distaccato e certe volte ci si tiene a far capire a quel qualcuno che non è in alcun modo gradito, tra tailandesi ciò è inconcepibile, anzi pur di non perdere la faccia si fa buon viso a cattivo gioco, si fa di tutto per apparire simpatici e cordiali. Questo modo di ESSERE FALSI non ha nessun risvolto positivo nè nei rapporti con gli stranieri, nè tra i Thai stessi che, pur considerandosi un popolo unito ed esibendo appunto un forte sentimento nazionalista, non si fidano neppure l’uno dell’altro.
Pertanto, il turista/viaggiatore che intenda recarsi nella “Terra del Sorriso” tenga bene a mente che quel sorriso non e’ sempre sincero.

L’apologia:

In effetti, dopo aver letto quanto sopra, ci si potrebbe spaventare e pensare che la Tailandia sia un covo di truffatori; malgrado nei posti turistici ciò sia in parte vero, è altrettanto vero che il popolo Thai (la gente comune) è gentile e rispettoso e nonostante uno straniero venga sempre considerato un falang, si possono fare interessanti incontri con gente sincera.
Quanto affermato sopra è rivolto soprattutto a chi si aspetta, venendo in Tailandia, di trovare un paradiso dove chiunque fa cio’ che vuole e tutti ti sorridono perchè ti vogliono bene.