Nell'aprile del 1972 un giovane cronista italiano pieno di speranze, Tiziano Terzani, giunse in Vietnam, nel drammatico scenario della guerra spaventosa che stava dilaniando il paese orientale. Vi rimase fino al marzo 1973. Pelle di leopardo è il diario dell'esperienza da lui vissuta: davanti ai suoi occhi e sulla sua pelle, la morte e la distruzione, le grandi battaglie che hanno fatto la storia ma anche i piccoli e anonimi conflitti di ogni giorno, dalle difficoltà quotidiane della popolazione civile per procurasi il minimo sostentamento alla lotta per la pura sopravvivenza. Un mosaico di vicende e di sentimenti che Terzani fa rivivere sulla carta con lo stile sobrio ma coinvolgente dell'esperto cronista e lo sguardo penetrante dell'inviato in prima linea, che si interessa con fervore degli uomini e delle cose, delle ideologie e dei destini di un'intera nazione. Pubblicato per la prima volta nel novembre 1973, con il sottotitolo Diario vietnamita di un corrispondente di guerra, Pelle di leopardoviene ora riproposto, esattamente come era quando uscì, circa un quarto di secolo fa. Questa volta però è accompagnato da un altro famoso scritto di Terzani Giai Phong! La liberazione di Saigon, di poco posteriore. Apparso per la prima volta nel 1976, Giai Phong! fa luce sull'ultimo periodo di guerra, sui retroscena diplomatici che determinarono l'epilogo del conflitto, ma è soprattutto il racconto "di quel che la rivoluzione avrebbe potuto essere", una riflessione sulle possibilità di portare a compimento una rivoluzione dal volto umano. Sì, perché oltre a morte e distruzioni, la guerra del Vietnam, come racconta Terzani, significò anche sogni e speranze di cui queste pagine sono portavoci. E non è un caso se dopo venticinque anni l'autore, nella prefazione, dedica la ristampa di questa raccolta proprio a quelle che possono essere considerate un simbolo della speranza: le nuove generazioni.
1 commento:
Ah! L'ho appena finito di leggere.
E' un ottimo libro, ma va letto tenendo a mente che quando Terzani l'ha scritto, pur cercando di essere misurato e sincero, non aveva idea che il nuovo Vietnam sarebbe stato un regime.
Conoscendo quello che sarebbe successo è possibile notare, nelle frasi delle persone che parlano con Terzani, una certa inquietudine e paura di dire qualcosa di sbagliato che faccia incazzare il nuovo regime.
Inoltre Terzani tende (inconsciamente) a non dare peso a certe cose. Come ad esempio il fatto che nelle campagne i vietcong che hanno fatto guerriglia per anni sono ora arrivati al potere, e conoscono perfettamente nomi e facce di ogni famiglia dei villaggi che controllano. Altro che processi sommari...
Insomma, è davvero un'ottima lettura, ma a parer mio bisogna leggerla con attenzione. Ed è curioso notare come la dura realtà di quello che sarebbe diventato a breve un nuovo regime emerga da alcuni particolari che solo noi, consci di quel che sarebbe successo dopo, possiamo cogliere.
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