Se siete amanti delle trame intricate, degli spettacolari colpi di scena alla Dan Brown non vi avvicinate a questo libro. Lo trovereste lento, inconsistente e prolisso. Se aspettate con ansia le nuove uscite di Harry Potter, se vi piace perdervi in mondi fantastici e sognare situazioni irreali dove trionfa il lieto fine, evitatelo accuratamente. Lo trovereste angosciante ed opprimente mentre vi parla di problemi lontani da voi. Fate un favore a voi stessi, alla memoria di Manuel Scorza e alla dignità di quegli indios che imparano a memoria interi brani di questo libro che considerano la loro opera epica. Se invece chiedete alla lettura di aprire orizzonti sempre nuovi, se amate viaggiare nel tempo e nello spazio restando a casa vostra, non perdete questo capolavoro. Con la sua prosa ricca, a tratti cruda ed ironica, Scorza vi guida nel mondo delle rivolte contadine del Perù degli anni '50. E vi troverete a combattere contro l'oppressione di un latifondo al limite dell'onnipotenza, a soffrire le loro frustrazioni e condividere le loro indignazioni. E forse un giorno sul treno che vi porta comodamente a Machu Piccu (perchè è solo andando sul posto che si vivono in prima persona i problemi di quel paese... ?!), guarderete con occhi diversi la chola che dal finestrino per pochi spiccioli vuole vendervi da mangiare e da bere.
6 commenti:
beh, è uno dei miei libri preferiti, davvero complimenti, lo conoscono in pochi.
...ed infatti è un libro eccezionale, una poesia ironica e tragica che racconta le sofferenze dei poveri indios peruviani e la prepotenza dei maledetti gringos!!!
mi avete incuriosito
come ne sei venuto a conoscenza di questo bellissimo libro?
Me l'ha regalato un mio amico gay.
che carina...
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