IL SORRISO PERDUTO

Non so dire per certo se sia mai esistito, fatto sta che al giorno d’oggi il famoso “sorriso tailandese” è molto raro, almeno nella sua forma cortese e gioviale.
La Tailandia è, come molti paesi asiatici, nazionalista, un nazionalismo basato spesso e volentieri sull’ignoranza e la propaganda (entrambe fontamentali per ottenere un riuscito orgoglio nazionale).
A partire dal Re Bumiphol, il quale fece uccidere il fratello per succedergli al trono, che viene considerato un dio vero e proprio e al quale vengono attribuite innumerevoli buone azioni in favore dei Thai e il cui faccione (peraltro non gradevole) è posto su altari e cornici dorate in ogni angolo della Tailandia, dando uno sguardo alle divise da parata militare disegnate per i professori (di scuole pubbliche, non di accademie militari) fino alle maledette magliette gialle (il colore della casa reale) che ogni tailandese possiede (specialmente a Bangkok, girando per la città, osservando tutti questi omini e donnine in giallo si ha un effetto formicaio e/o alveare), si capisce che i Thai, da bravi asiatici, gradiscono l’uniformita’, l’uguaglianza, ma non in senso umanistico bensi’ concepita come uguaglianza nell’apparire, nel comportamento, nell’avere.
A fomentare l’ignoranza è, prima di tutto, la scarsa istruzione; a scuola la geografia non viene insegnata: dov’è l’Italia?Dov’è l’Australia?E la Germania?Ai Thai non interessa quasi nulla di ciò che sta al di la’ dei propri confini e comunque un eventuale interesse viene appunto soffocato sul nascere dalle stesse scuole; i paesi confinanti, tutti, eccetto la Malesia, molto più poveri del regno di Bumiphol, vengono snobbati: i Lao sono degli ignoranti perchè non sanno parlare bene il Thai (la lingua Lao è simile al Thai, peraltro viene parlata nell’Isaan, il Nord-Est della Tailandia,la cui popolazione è in tutto e per tutto laotiana), i Khmer sono dei disgraziati e il loro paese pericoloso, così come lo e’ il Myanmar perchè c’è il governo militare (il Myanmar è in realtà molto più sicuro che la Tailandia) e la Malesia perchè ci sono i musulmani.
Quando poi si parla delle nazioni dell’occidente si entra in un buco nero nelle già grottesche conoscenze geografiche dei Thai: a parte il Sud-Est Asiatico, l’India, la Cina, la Corea ed il Giappone, tutto il resto, dalla Siberia alla Terra del Fuoco, da Capetown ad Anchorage, è “FALANG”.
A questo termine vengono ora attribuiti significati come “bianco” e “naso lungo”, la sua origine è invece abbastanza curiosa: i primi contatti che l’allora Regno del Siam ebbe con l’occidente furono con dei missionari cattolici francesi; in francese “francese” si dice “francais” ed i Thai, non pronunciando la “r” ed avendo un accento completamente diverso dalle lingue indo-europee ripetevano: “FALANGSET”, da qui il termine “FALANG”.
Da quel giorno, che tu venga dal Minnesota o dalla Corsica non ha grossa importanza: sei e sempre sarai indistingubilmente un falang.

Chiunque cominci a leggere una qualsivoglia guida turistica sulla Tailandia, sin dalle prime righe sarà incuriosito dal famoso e decantato sorriso Thai, addirittura alcuni autori si riferiranno al già Siam come “LA TERRA DEL SORRISO” ed il viaggiatore/turista, una volta giunto sul posto potrà constatare che... è tutto vero!
In effetti dal momento in cui ha poggiato piede in suolo tailandese tutti gli hanno rivolto un sorriso: le hostess han sorriso, il tassista ha sorriso, il pilota di tuk-tuk ha sorriso, le receptionist dell’hotel hanno sorriso,quella dell’agenzia viaggi ha sorriso, la venditrice di souvenir/magliette/oggetti inutili/Rolex e Ray Ban finti ha sorriso, le mignotte hanno sorriso, le massaggiatrici pure ed anche i poliziotti, quelli di buon umore, hanno sorriso; poi, il turista/viaggiatore più sveglio, dopo aver trascorso qualche settimana in Tailandia ed avendo acquisito piu’ esperienza, si accorgerà di essere stato preso in giro: l’hostess, le mignotte e le massaggiatrici sorridevano per lavoro, il pilota di tuk-tuk, quella dell’agenzia e la venditrice sorridevano perche’ avevano appena venduto merce ad un prezzo cinque volte piu’ alto di quello reale, i poliziotti (quelli di buon umore) pregustavano il momento in cui avrebbero beccato un altro straniero ubriaco per svuotargli il portafoglio.

Il “non perdere la faccia” è un’altro esempio di divario culturale/cerebrale tra oriente ed occidente: nelle suddette guide turistiche gli autori si raccomandano di non perdere il controllo in situazioni difficili, non alzare la voce e continuare a sorridere.
E’ indubbiamente un buon consiglio, valido in tutto il mondo, non solo in Asia, il problema sorge quando ci si rende conto che non si riesce mai ed in nessun modo a capire se la persona a cui stai parlando ti ascolta, ti prende in giro, ti considera solo in base alla capienza del tuo portafogli, ti ama, ti odia, ti detesta o ti ammira. Insomma non un problema da poco! Dopo mesi trascorsi in Tailandia si comincia a dubitare di tutti, soprattutto di chi ti ripete di essere tuo amico.
Tra falang, se qualcuno prova antipatia per qualcun altro, si tende a mantenere un comportamento distaccato e certe volte ci si tiene a far capire a quel qualcuno che non è in alcun modo gradito, tra tailandesi ciò è inconcepibile, anzi pur di non perdere la faccia si fa buon viso a cattivo gioco, si fa di tutto per apparire simpatici e cordiali. Questo modo di ESSERE FALSI non ha nessun risvolto positivo nè nei rapporti con gli stranieri, nè tra i Thai stessi che, pur considerandosi un popolo unito ed esibendo appunto un forte sentimento nazionalista, non si fidano neppure l’uno dell’altro.
Pertanto, il turista/viaggiatore che intenda recarsi nella “Terra del Sorriso” tenga bene a mente che quel sorriso non e’ sempre sincero.

L’apologia:

In effetti, dopo aver letto quanto sopra, ci si potrebbe spaventare e pensare che la Tailandia sia un covo di truffatori; malgrado nei posti turistici ciò sia in parte vero, è altrettanto vero che il popolo Thai (la gente comune) è gentile e rispettoso e nonostante uno straniero venga sempre considerato un falang, si possono fare interessanti incontri con gente sincera.
Quanto affermato sopra è rivolto soprattutto a chi si aspetta, venendo in Tailandia, di trovare un paradiso dove chiunque fa cio’ che vuole e tutti ti sorridono perchè ti vogliono bene.

1 commento:

Alex ha detto...

"poi, il turista/viaggiatore piu’ sveglio, dopo aver trascorso qualche settimana in Tailandia ed avendo acquisito piu’ esperienza, si accorgera’ di essere stato preso in giro"

Purtroppo la stragrande maggioranza dei turisti che ho conosciuto non e' sveglio. Qualche settimana, o qualche mese, non gli bastano a capire la falsita' che tu descrivi.
Alcuni addirittura si sposano le mignotte non capendo che sono mignotte, che gli sorridono davanti e gli dicono "I love you" ma lo fanno solo per i soldi e dietro continuano a scoparsi altri.

Ce' da dire poi che il sorriso e' anche una cosa che cambia da cultura a cultura. Per noi il sorriso e' sinonimo di felicita'. Si sorride se si e' allegri, o felici. Mentre il sorriso per l'asiatico e' semplicemente la maschera con cui cela ogni sua sensazione. Per l'asiatico solitamente la felicita' e' simbolizzata dalla banconote verdi, o da oggetti di valore.